venerdì 6 novembre 2009

La dea bendata

Parliamo di fotuna.

In alcuni dei libri lavacervello che leggo di tanto in tanto si dice che il reputarsi fortunati sia un modo per attrarre la fortuna. Non so se sia vero, difficile provarlo, anche perche’ non solo bisogna veramente crederlo ma immagino che per credere di essere fortunati bisogna anche averla questa fortuna. Insomma un circolo vizioso. Ricordo ancora quando ero bambina e sembravo sempre trovare qualcosa per strada. Una volta durante una delle gite domenicali in montagna scendendo dalla macchina trovai una catenina d’oro persa da qualche sventurato.

Non so se definirla effettivamente fortuna o “common sense” come lo chiamano gli inglesi, ma mio padre esclamo’ che se la catenina era li, le probabilita’ di trovare qualche ciondolo di sorta erano piuttosto elevate. Dopo pochi minuti di ricerca il ciondolo d’oro brillava tra le mie dita. Da allora la targetta “fortunata” mi e’ stata applicata, come dire? ... sul posteriore. Nel corso degli anni ho rincorso banconote per strada, orecchini, anelli, portafogli.

Forse piu’ che una questione di fortuna sara’ che guardo dove metto i piedi; ma col tempo mi sono convinta d’esser fortunata. In realta’ il fatto che la maggior parte della mia fortuna sia a scapito d’altri non mi entusiasma, quindi quando si tratta di cose trovate, fintanto che sia possibile, cerco sempre in qualche modo di ricongiungere l’oggetto trovato con lo sventurato proprietario; e’ una questione di carma, coscienza e convinzione che tanto “what goes around comes around”.

Tra le cose che ho trovato e per cui ho favorito il ricongiungimento con il proprietario si contano anche un orologio Tiffany nuovo di zecca dentro un pacchetto regalo dimenticato in un cinema e un protafogli con 80 sterline in contanti trovato per strada con un amico... roba di anni fa.

Con il tempo sembra che la fortuna, intesa come oggetti di valore trovati per strada, manna che cade dal cielo o vincite a casaccio abbia preso altre forme. Come dire, non ho esattamente mai vinto somme da capogiro all’enalotto o al totocalcio ma se devo essere sincera la mia vita al momento e’ un po’ come se abbia sbancato all’enalotto. La vita e’ piuttosto generosa con me, ne sono consapevole e mi guardo bene dal prenderne anche un solo minuto per scontato.

Ma cosa sara’ mai la fortuna? Sinceramente penso che sia un concetto profondamente soggettivo. Dopotutto ci si puo’ ritenere fortunati in relazione ad una serie di motovi che per altri forse non hanno nessun valore. Dopotutto non e’ improbabile che qualcuno dichiari "fortuna" quando qualcosa in principio andata storta abbia poi portato esiti positivi su altri fronti. Insomma a volte e’ solo una questione di prospettiva. E forse e’ da qui che nasce il concetto che il credersi fortunati porti fortuna... chi si crede fortunato tende ad avere un approccio piu’ positivo nell’analisi degli eventi che si susseguno nell’arco di una giornata... o di un’esistenza.


A proposito viene in mente una frase letta anni fa di cui non ricordo la provenienza: “due uomini guardano attraverso lo stesso spiraglio. Uno vede il fango, l’altro le stelle..” credo che riassuma perfettamente il concetto.

Ci sono casi tuttavia quando il concetto di fortuna e’ forse riconosciuto e accettato universalmente. Pensavo che ormai questo tipo di eventi fossero cose del passato per me ma sembrerebbe proprio di no.

Il mio esempio piu’ recente risale a qualche giorno fa, durante una delle mie frequenti immersioni di subacquea. Sul fondale marino, in poco piu’ di 10 metri d’acqua questa volta e’ stato il mare a farmi un nuovo dono.