mercoledì 16 dicembre 2009

Ancora realtá diverse...

Riprendendo il discorso delle realtá diverse...


Oggi alla SPA conversando con l’estetista Tailandese.

- Io: torni in Tailandia il prossimo anno? Per sempre?
- Lei: non lo so. Chi lo sa. Ho un figlio li.
- Io: oh, un figlio. Quanti anni ha?
- Lei: 10 anni. Non parla.
- Io: non parla?
- Lei: no sta iniziando adesso.

Non mi sa spiegare esattamente con il suo inglese quale sia esattamente il problema. Cerco di immaginare la realtá di questo bambino ma non riesco.

- Io: dev’essere difficile vivere qui con un figlio li.
- Lei: ho anche una figlia di 13 anni. Quando é finita con mio marito sono duvuta venire qui per guadagnare di piú. Li si guadagnano solo 50 Riali. Non bastano.
- Io: 50 Riali al mese? (é l’equivalente di circa 100 Euro)
- Lei: si.

Chissa che pensavo, al giorno?

Parla di circa 200 Riali al mese. Capisco che é quello che piú o meno guadagna qui, cosí una parte la puó spedire a casa alla famiglia, una parte la usa per ripagare il costoso visto che ha pagato allo sponsor per il privilegio di un impiego qui e una minuscola parte per vivere qui. É qui da 3 anni. Non é la prima persona del continente sud asiatico con cui scambio questo tipo di conversazione e non é la sola in questo tipo di situazione.
Ieri, parlando con un’altra persona esce fuori questa storia che preferisco mantenere anonima.

Ero con un’amica quando scopre un paio di chiamate perse. Mi confida che era la ragazza delle pulizie (X). Si sorprende perché non é il suo normale giorno di lavoro. Immaginando che sia successo qualcosa la mia amica (Y) ritorna la chiamata davanti a me chiedendosi che cosa possa esser successo.

- X: pronto Signora.
- Y: Ciao come va? Ho visto solo ora la tua chiamata.
- X: Signora (col tempo ci si abituata a sentirsi chiamare cosí da chicchessia che s’improvvisi personale di servizio); Ho un problema.
- Y: Si, ti ascolto.
- X: Mio padre é morto nel mio paese.
- Y: Oh mi dispiace....
- X: Non andró nel mio paese ma ho un problema. (Pausa). Ho bisogno di soldi..
- Y: ... silenzio (questa ancora non le era capitata)
- X: ho bisogno di un prestito
- Y: di che cifra stiamo parlando?
- X: (esita un pó) 150 Riali. Se me li puó anticipare. Io continueró a lavorare...
- Y: (Esita) OK. Ci devo pensare. Ti richiamo piú tardi.

“Questa é proprio difficile” mi dice. “La conosco da appena un mese, arrivata in sostituzione della tizia precedente che é tornata nel suo paese”.

Vuole crederle ma ci sono una marea di persone qui in situazioni difficili, a volte con l’acqua alla gola, strozzinate da presunti datori di lavoro che hanno procurato loro un visto piú o meno illegale a costi per loro proibitivi e sottraendo loro il passaporto affinché non spariscano senza pagare.

Piú tardi le manda un messaggio dicendo che ne parleranno insieme il giorno dopo, quando sará a casa.

Oggi le ha anticipato il pagamento di questo mese ma si é fermata li. Ha fatto un paio di domande sul decesso e a cosa servissero i soldi visto che non puó partire per i funerali (solito problema con i visti e passaporto sottratto fino al ripagamento dei “debiti”).

Si confida con me e mi dice: “Queste sono situazioni difficili. La coscienza morde ma le truffe piú grandi purtroppo si fondano sul buon cuore delle persone”. Dopo di che aggiunge: “Poi quando ci penso mi rendo conto che stiamo giá prendendo un numero di rischi solamente nel darle un lavoro”.

Ancora realtá diverse...

lunedì 7 dicembre 2009

Realta' diverse

Avrete notato gli aggiornamenti sporadici del blog in Italiano ma comincio a dubitare se sia il caso di continuare ad aggiornarlo.

Il problema e’ che tenere il blog aggiornato prende un po’ di tempo e farlo sia in Inglese che in Italiano ancora di piu’. Aggiungi il fatto che dalle statistiche non mi sembra ci siano molti abbonati alla versione Italiana ed ecco che l’ispirazione se n’é bella che andata.
Visto gli aggiornamenti sporadici vi consiglio una cosa: iscrivetevi agli RSS. E’ un sistema di monitoraggio che vi allerta con un’email quando un nuovo articolo e’ stato pubblicato sul blog: vi salva dal fare avanti e indietro per vedere se c’e qualcosa di nuovo.

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Passando ad altro. Recentemente meditavo sullo stile di vita che conduciamo qui in medio oriente e proprio ieri nel notare un bar stiloso negli Stati Uniti in TV mi sono resa conto di come sia diversa la vita nel mondo occidentale.
O meglio l’ho sempre saputo ma improvvisamente mi sono resa conto di COME la nostra vita sia completamente diversa rispetto a quella che conducevamo poco piu’ di un anno fa e di come ci siamo assuefatti a questa esistenza. Se ripenso alla vita che conducevamo a Londra mi rendo conto che e’ cosi’ rimossa dalla realta’ in cui viviamo oggi; eppure, mentre un anno fa appena arrivati tutto era novita’ e avventura adesso tutto mi sembra normale, sa molto di casa.
Ed é questa sensazione che mi spaventa un po’ perché quando mi soffermo a pensarci in realtá mi rendo conto che non é per niente “normale” ma mi ci sto attaccando con tutta l’anima e se domani qualcuno dovesse venire e dirmi “buongiorno, il sogno é finito, si torna alla realtá” farei una fatica incredibile a riabituarmi.

Mi riferisco a cose del tipo:
  • vivere 365 giorni l’anno in magliettina e calzoncini
  • non avere la necessitá di lavorare (se non per passare il tempo) mentre le fortune continuano ad accumularsi (esentasse) su un conto in banca (ok la mia e’ una posizione piuttosto privilegiata)
  • non doversi preoccupare di pulire la casa o lavare la macchina
  • non sentirsi obbligati a rimettere il carrello a posto all’entrata del supermercato, anzi addirittura sentirsi a posto con la coscienza nel non farlo, perché per lo meno assicura il lavoro a qualcuno

Sembrano stupidaggini ma quando ti ci abitui...

OK scherzi a parte ci sono alcuni punti su cui riflettere; e il solo atto di rifletterci suppongo che significhi che non abbia totalmente perso la mia sanitá mentale.

Una circolare dal lavoro di S. ieri mi ha fatto riflettere su un altro punto importante. Mi rendo conto che su un numero di fronti (piú per una questione pratica che per altro) la vita degli emigrati quí é spesso vissuta ai margini della legalitá per motivi che considereremmo piccolezze o a causa di situazioni che non si presenterebbero in occidente e che non mi metto a spiegare qui per ovvie ragioni.

Mi rendo conto che in realta’ si é in molti sulla stessa barca ma in qualche modo questa consapevolezza mi ricorda che vivere qui non e’ una condizione garantita e che il permesso di soggiornare nel “paese delle meraviglie” puó essere ritirato in men che non si dica, con o senza motivazioni eclatanti.

Insomma viviamo in una bolla di sapone ed é incredibile in quanti, per il privilegio di vivere in questa bolla, siamo disposti ad accettare una serie di compromessi che ovviamente non pesano eccessivamente sulle nostre esistenze (quelli a cui pesa se ne vanno ... lamentandosi estensivamente e inutilmente perché non riescono ad accettare il fatto che per godersi tutto il resto é necessario cedere a quei compromessi, non ultimo la rinuncia al concetto di giustizia come lo concepiamo noi; non per dire che in occidente funzioni meglio a livello pratico; ma questo é un altro argomento).

Riflettendoci mi rendo conto che il motivo x cui i compromessi sono accettabili per molti é che la maggior parte delle regole e restrizioni non sono poi esercitate in maniera troppo rigida e per questo motivo un gran numero di occidentali che vivono qui, nonostante le regole peculiari, si ritrovano a farla franca su un numero di fronti (entro certi limiti che vanno ponderati).

Se il concetto vi sembra strano provate a pensare che stiamo parlando di un paese dove ti mettono dentro se passi col rosso, se guidi sulla corsia d’emergenza per snobbare il traffico o se alzi il dito per far presente all’idiota dell’auto affianco cosa ne pensi di lui (o di lei) quando ti taglia la strada facendoti rischiare la vita (immaginate che prigioni strapiene ci sarebbero nel nostro paese??). Un paese dove telefoni, giornali, tv, internet e altri media sono debitamente filtrati e in qualche modo (a volte anche in maniera convenientemente poco efficiente) censurati. Un paese dove é illegale usare walkie talkie (?), parlare su Skype (apparentemente il mese scorso hanno arrestano qualche centinaio di persone proprio per questo) o trasportare sostanze alcoliche in giro se non per portarle dal negozio in cui sono state comprate fino a casa...

Immagino che se improvvisamente le cose dovessero cambiare e tutto dovesse diventare piú rigido ci sarebbere un esodo incredibile. Per il momento é possibile adattarsi e chiudere un occhio o due...

Questo é quello che intendo quando penso alla realtá bizzarra in cui viviamo e a come sia surreale che nonstante ció la vita di tutti i giorni mi sembri in fondo cosí incredibilmente... “normale”. É il lavoro silenzioso dello “spirito di adattamento”; il frutto di un raccolto concimato con una vita all’estero.
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