La guida di fronte a noi, senza fare un fiato fa un gesto per invitarci a voltare lo sguardo verso la foresta.
Attenta a non perdere il controllo stringo la presa da dentro i guanti spessi mentre giro la testa incuriosita: tra gli alberi si intravede una renna; il suo busto avvolto in una fitta pelliccia splende sotto i raggi del sole che penetrano furtivamente attraverso i rami del sottobosco.
Completamente immobile ci osserva passare; la sua posa marmorea é in netto contrasto al nostro ritmo veloce e al movimento armonico dei cani.
Una volta giunti a destinazione la guida ci informa che se ci fossimo fermati le renne sarebbero corse via e i cani avrebbero iniziato ad abbaiare, rompendo tutta la magia del momento. Uno sguardo fugace é tutto quello che potevamo permetterci; per quanto breve, questo incontro é abbastanza per risvegliare in me un gran senso di gioia.
Sono in momenti come questi, quando sono totalmente immersa nella natura, che mi sento veramente viva.
Abbiamo lasciato sole, mare e il caldo dell’Oman, il paese che attualmente chiamiamo casa, per sperimentare paesaggi e avventure che non potrebbero essere piú diversi da quelli di dove viviamo: stiamo guidando slitte trainate da cani attraversando i laghi ghiacciati e le foreste di Jukkasjärvi, in Lapponia. A 200 km a nord del circolo polare artico, siamo in Svezia alla ricerca dell’Aurora Boreale, a visitare il famoso Hotel di Ghiaccio e alla volta di altre avventure glaciali.
Una vacanza davvero indimenticable!
Bilanciati sulle code delle nostre slitte (a ognuno la sua) controlliamo la velocitá mentre i cani si lanciano in una corsa frenetica verso la nostra destinazione. Completamente presi dal loro passatempo preferito, sembrano in trance; niente li distrae, se non brevemente la sete, che alleviano affondando il muso sulla neve fresca al lato del sentiero non appena la slitta rallenta quando buttando tutto il peso del corpo sui freni ci prepariamo ad una curva o semplicemente cerchiamo di mantenere il controllo.
Non si fermano nemmeno se cadiamo; per fortuna c’é René, la nostra guida ed esperto conduttore (detto musher in inglese), posizionato strategicamente davanti a noi con una muta di cani piú grande.
Quando i cani corrono regna il silenzio, interrotto solo dalla slitta in trazione e dal ticchettio delle loro zampe frenetiche.
Immersi in questo paesaggio da favola e incantati dalla surrealitá del momento ci lasciamo trasportare verso il nostro rifugio: un gruppo di casette di legno incastonate tra la neve in un remoto angolo di bosco. Quí non c’é né acqua corrente, né elettricitá: una volta sistemati i cani, la nostra guida si trasforma in cuoco, maggiordomo e oste impeccabile, regalandoci momenti indimenticabili.
Siamo l’unica coppia del tour; le nostre impronte sulla neve fresca, la sauna, la cena a lume di candela: tutto é estremamente romantico.
Arriviamo poco prima del tramonto e mentre René accende le stufe a legna, prepara la cena e tira acqua ghiacciata dal pozzo ci sollazziamo tra la neve fresca, a volte cosí alta da dover lottare per uscirne.
In silenzio seguiamo il percorso del sole mentre sparisce dietro gli alberi dall’altra parte del lago ghiacciato in un’esplosione di colori, prima di ritirarci al caldo della sauna dove, avvolti dalla luce fiammeggiante della stufa ,ci abbandoniamo al rilassamento totale.
Poco piú tardi nella penombra notturna, avvolti dal silenzio ovattato del paesaggio innevato ci lasciamo stregare dalle luci danzanti dell’Aurora Borealis fino a quando non arriva il sonno e ci rendiamo conto che non stavamo sognando.
Non c'è niente di più esaltante per me che svegliarmi al mattino circondata dalla natura.
I miei viaggi e le mie avventure più indimenticabili sono quelli che mi portano il piú vicino possibile alle meraviglie della natura e quelli all’insegna della semplicitá.
Quando il peso superfluo dei miei beni materiali appare improvvisamente chiaro per il solo fatto che non mi mancano. É in quei momenti che riesco a stare in silenzio e a scoprire gli aspetti piú nascosti di me stessa.
Lontana dal chiasso della vita urbana ogni volta scopro qualcosa in piú di me stessa, mentre mi perdo e mi ritrovo, nel sentirmi così piccola eppure immensa, parte di un intricato ecosistema.
Naturalmente capisco che tutto ció é facile a dirsi quando si sa che tutte le comoditá, anche quelle che non avevamo osato sognare, sono a portata di mano. Non mento, sono consapevole della mia fortuna ed eternamente grata alla vita per tutte le incredibili opportunitá che continua ad offrirmi.
Assaporo ogni momento come fosse l’ultimo boccone.
Divergo. Scusatemi.
Una volta rientrati all’Hotel di Ghiaccio facciamo il check-in; finalmente scopriamo in quali delle camere fiabesche passeremo la notte a 5 gradi sotto zero: Art Suite 302 - Frozen Love (Amore Congelato: non suona cosí romantico in Italiano, ma vi assicuro che dormire in una stanza fatta interamente di ghiaccio é un’esperienza unica).
Con lo scendere della notte la mia ansia sale. A malincuore mi infilo calzamaglie e veste termiche, seguiti da un orribile pigiama in pile, calzini e cappello, prima di ritirare uno spessissimo sacco a pelo dalla reception (quella al caldo, non quella di ghiaccio).
Nel terrore di patire il freddo perdo ogni interesse di mantenere una quel che sia di apparenza anche remotamente chic. Non mi piace tirarmi indietro davanti a una sfida e anche in questo caso é mia intenzione andare fino in fondo, ma non sono esattamente convinta che riusciró a dormire.
In particolare il ricordo di una nottata insonne alle prese col freddo durante una gita in campeggio nel deserto un fine Dicembre del 2010 continua a tormentarmi. Se non ce l’ho fatta allora non vedo come possa dormire qui a -5c.
Seguo tutte le istruzioni del tour pomeridiano “come dormire al freddo”: evitare l’umiditá (il piú acerrimo nemico al freddo), prendere il sacco a pelo solo quando si é pronti ad andare a dormire e...non bere. La prospettiva di doversi alzare durante la notte, ri-vestirsi, attraversare corridoi di ghiaccio e uscire all’esterno dove le temperature sono ben al di sotto dei -5 gradi (quella notte -19c per l’esattezza) semplicemente per andare al bagno in un altro edificio e poi riniziare la trafila per tornare a letto, non si presenta per niente divertente. In ogni caso bere abbastanza vodka al punto da illudere la mente che non faccia piú cosí freddo avrebbe comunque un costo proibitivo. Inutile provare.
Seguo tutti i suggerimenti come un fedele devoto: col sacco a pelo avvolto attorno a testa e spalle procedo verso l’esterno come una Maddalena del ghiaccio. All’interno del fiabesco palazzo di ghiaccio attraverso corridoi di purissima acqua cristallizzata e ragiungo la nostra suite; il nostro museo privato notturno é decorato da arte unica e in continua trasformazione che sopravviverá solo fino alla fine di questo inverno.
Ogni anno l’albergo ritorna alle sue origini: goccia a goccia si riunisce alle acque dell’adiacente fiume Torne; per poi risorgere in nuove e fantastiche forme d’arte l’inverno seguente.
Una volta dentro il sacco a pelo le mie ansie spariscono. Ho quasi troppo caldo e devo togliermi il brutto pigiama in pile.
Avvolti nei nostri sacchi a pelo come due bozzoli di farfalla restiamo per un pó seduti sulle pelli di renna che coprono il materasso, assuefatti dalla magia del momento e ammutoliti in totale contemplazione.
Ancora una volta il sonno ci solletica, é arrivato il momento di spegnere le luci. Mi addormento col sorriso sul viso.
Al mattino quando mi sveglio l’aria frizzante sul viso, la luce soffusa e qualche voce in lontananza attutita dalle pareti di ghiaccio mi ricorda dove siamo.
Ancora per poche ore, oggi ci riavviamo verso casa.
Che vacanza indimenticabile!
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Per maggiori info sull'Albergo di Ghiaccio visitate il sito ufficiale.
Tutto il viaggio, le prenotazioni, spostamenti aerei, transfers sono stati organizzati da me contattando direttamente i fornitori dei servizi. Sapendo l'inglese e' possibile.
Per quelli che leggono l'inglese la mia recensione su Trip Advisor offre qualche dettaglio in piu' e alcuni consigli pratici.
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